Abgeschickt von michele am 25 Juni, 2001 um 12:56:25
La breve sequela di considerazioni del manuale rappresenta un un documento emblematico della possibilità e capacità di costruire un'opera a un livello assai elevato di cultura e capacità narrative, conoscendo le attese del pubblico e soddisfacendole attraverso un dosaggio accorto dei vari elementi che ogni singolo gruppo di lettori richiede: la citazione di autori prestigiosi ( J. Donne, "nessun uomo è un'isola); la suspence e quindi la creazione di un prologo ed un epilogo a sfondo magico; il soddisfacimento dell' orgoglio intellettuale del lettore, e quindi il manuale filosofico a sfondo religioso; il gusto dell'attualità con avvilenti concessioni alla filosofia new age e il confronto, abilmente suggerito, fra la dimensione fantastica del testo e la quotidianità del lettore.
Un libro di cui non si può non ammirare l'equilibrio fra elementi così diversi e la capacità, di parlare a così tanti uomini di paesi e cultura differenti; ma pur sempre privo della pensosità di Calvino, della profondità di analisi della coscenza di Dostoevskij; accarrezza una dimensione problematica ma rimane in superficie, prigioniero di una retorica che mira al coinvolgimento del lettore: il sapiente gioco si rivela fine a se stesso, creando un'opera che assomiglia pericolosamente alla vera letteratura.
So che si può facilmente obiettare che il manuale contiene un'idea centrale, messaggi di grande profondità, magari rinvenendoli nei suggerimenti di soluzioni di salvezza individuale, nello sfuggire alla alienazione e alla standardizzazione dell'uomo contemporaneo attraverso il recupero di una dimensione autentica della personalità.... ora, non è che nego la dignità assoluta di questi grandi temi, ma contesto lo svilimento della soluzione: senza impegnarsi in un' analisi del negativo , in una messa a fuoco delle cause, suggerire una esperienza individuale new age, con una forte componente di mistica orientale e un distillato di religiosità cristiana ( ma si può essere chiamati a sorbirsi tutto questo? santa pazienza ) lascia sconfortati, al di là dello straordinario successo di pubblico e critica.( credo molto nel giudizio dei grandi uomini, ma tengo conto anche del giudizio mio. Seneca)
la debolezza del messaggio di coelho non risiede nella volontà di affrontatare temi che, investendo la dimensione spirituale dell'essere umano, distolgono dalla realtà e dai problemi concreti, come potrebbe obiettare un fedele epigono del materialismo storico; ciò che mortifica l'opera è l'assenza di un approccio critico nell'affrontare problematiche di respiro universale ed eterno, che per loro natura richiederebbero ben altre analisi; ed è ancora interessante notare che la figura del cavaliere, seppur complessa, non opera nessun sovvertimento, anzi è addirittura priva di una spinta innovativa.
ti ho già manifestato il mio apprezzamento per la capacità di cohelo di parlare a uomini di paesi e cultura differenti, ma l'unico modo per conferire dignità artistica all'opera è relegarla al genere delle raccolte di pensieri altrui: questa collocazione ne esalta le capacità di selezione e l'originalità.
Volerla investire di dignità letteraria la espone fatalmente ad accuse di retorica, qualunquismo, mercificazione a causa della mancanza di una problematicità.
per respingere con maggiore fermezza la tua accusa di materialismo storico, riconosco che numerosi messaggi ( nessun uomo è un'isola, coltiva più dubbi che certezze, lotta con intelligenza ma non tirarti indietro) rientrano a pieno titolo nell'alveo del grande patrimonio del pensiero di tutti i tempi, e sono anche disposto ad unirmi alla pletora di lettori entusiasta nell'osannare le qualità di cohelo... ma solo per il fato di aver fatto conoscere al vasto pubblico quei valori che, tutti coloro che si sono accostati alla letteratura hanno già fatto propri ( almeno spero).