14 novembre 1982: viene ucciso l'agente Calogero Zucchetto, impegnato
nella ricerca dei mafiosi latitanti. Nel febbraio del 1995 la Corte d'assise
d'appello di Palermo ha confermato le sentenze di condanna all'ergastolo per i
componenti della Cupola che decisero la sua eliminazione.
13 giugno 1983: vengono assassinati il capitano dei carabinieri Mario D'Aleo e i
carabinieri Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. L'inchiesta sulla loro morte
è stata riaperta nel marzo del 1995 dopo le rivelazioni di alcuni
collaboratori di giustizia che hanno accusato del delitto i componenti della
famiglia mafiosa di San Giuseppe Iato.
29 luglio 1983: un'autobomba uccide il consigliere istruttore Rocco
Chinnici (magistrato fondatore del pool antimafia), gli uomini della scorta Salvatore
Bartolotta e
Mario Trapassi, il portiere dello stabile Filippo Li Sacchi. Sono stati
celebrati alcuni processi che non hanno però ancora portato alla
verità sulla strage.
28 luglio 1985: viene assassinato il commissario Beppe Montana, dirigente della
sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. Con il suo gruppo di dieci agenti era
riuscito, in pochi mesi, ad arrestare numerosi pericolosi latitanti.
6 agosto 1985: vengono assassinati Ninni Cassarà, dirigente della
sezione investigativa della Squadra Mobile di Palermo e l'agente Roberto Antiochia che gli faceva da scorta.
Cassarà era uno dei più stretti collaboratori del giudice Falcone e le
sue indagini avevano consentito di istruire il primo maxiprocesso alle cosche
mafiose.
Il 17 febbraio del 1995, la terza sezione della Corte d'Assise ha condannato
all'ergastolo cinque componenti della Cupola (Totò Riina, Bernardo
Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca e Francesco Madonia) come mandanti
dei delitti Montana, Antiochia e Cassarà. Nel mese di luglio del 1995
è iniziato il secondo processo contro altri componenti della Cupola e
i presunti killer.
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