Il caso Contrada (Capitolo 1 / Pagina 1)
Il futuro è già cominciato
Dieci pentiti contro il "servitore dello Stato" Bruno Contrada. Dieci pentiti per uccidere un uomo. Condannato alla morte civile, rinchiuso per quasi tre anni in un carcere militare (ospite solo lui), l'ex dirigente del Sisde ha avuto un trattamento particolare anche sui giornali. L'hanno regolarmente ignorato, con pochissime eccezioni: il settimanale "Epoca" (con un appello di Silvia Tortora, sì proprio lei, figlia di una vittima del pentitismo), "Il Giornale" di Feltri e "L'Unione Sarda" che ne ha fatto un "caso". Appunto il caso Contrada.
Ma perché questi silenzi, rotti soltanto da un'interrogazione parlamentare (116 firme) riportata tra le "brevi" sui grandi quotidiani che fanno opinione? Forse per una condanna già segnata, forse per quella nuova frontiera del giornalismo d'inchiesta che si ferma agli slip di Milly Carlucci o agli ultimi amori di Pavarotti.
Il caso Contrada meritava pagine intere, approfondimenti e soprattutto visite sul campo. Magari in quello della mafia e dei suoi derivati - i pentiti appunto - al centro ormai di uno scontro aperto tra gli stessi organi istituzionali dello Stato.
Quando Claudio Cugusi, cronista attento e sempre documentato, mi ha chiesto di andare a Palermo per frugare tra le carte di Contrada, l'ho incoraggiato a spingersi oltre le solite verità ufficiali. Invitandolo a scavare dietro quell'immagine sbiadita (una foto illuminante e tristissima) diffusa su giornali e tv, sempre in gara a dipingere il "mostro", il traditore dello Stato, il poliziotto colluso con la mafia. E' nata proprio così l'inchiesta che l'Unione Sarda ha pubblicato con grande evidenza, dando spazio non solo a Contrada in una lunga intervista, ma offrendo anche uno spaccato sul mondo dei pentiti di mafia che lo accusano. Un lungo lavoro di indagine (segnato anche dalla pubblicazione di alcune lettere del grande accusato) che adesso, grazie a Video On Line, appare in tutta la sua interezza sulle strade telematiche di Internet. Con un contributo determinante, quello di Salvo Palazzolo, cronista specialista nelle inchieste, che si è affiancato a Claudio Cugusi nel raccontare questa storia poco conosciuta, un altro capitolo dell'Italia dei misteri.
Per chi già viaggia sulla rete delle reti, il caso Contrada offre più di uno spunto di riflessione, con un dossier ricco di documentazioni, compresa la voce "dal vivo" del protagonista. Tra l'altro è la prima volta che un'inchiesta giornalistica puntata sulla mafia, le istituzioni e il pentitismo, appare sugli schermi multimediali. Un'integrazione tra il quotidiano stampato e l'informazione telematica. Il primo passo di una grande piccola rivoluzione, segnata da un'altra tappa importante: sull'Unione Sarda sono apparse recentemente due pagine speciali (l'ecoterrorismo, il traffico d'armi italiane in Somalia) interamente lavorate sulla "rotta" di Video On Line. Come vedete il futuro è già cominciato. Buona lettura.
Alberto Testa
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