Il caso Contrada (Capitolo 5 /Pagina 7)
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Signori pentiti
Gaspare Mutolo
Pino Marchese
Rosario Spatola
Tommaso Buscetta

Innanzi tutto Vi chiedo perdono a nome della Società che non si doveva occupare di Voi oggi come pentiti. Ben prima la Società colpevole, me compresa, doveva occuparsi di Voi, dandovi un'istruzione prima, un lavoro poi, e quindi un posto nella Società che Vi permettesse una vita onesta che è un diritto di tutti i cittadini.
Quindi io prima Vi chiedo umilmente perdono per questo, poi Vi supplico, in nome di Dio, dite la Verità su mio marito Bruno Contrada Nessuno più di Voi sa che egli non è colpevole di nulla Io non posso promettervi né ville, né stipendi, Vi prometto però di pregare per la salvezza della vostra anima finché vivo.
Fate finta che colei che Vi supplica è Vostra madre che davanti a Voi piange e Vi prega Questa nostra vita è meno di niente, dura un soffio, presentateVi davanti al Tribunale di Dio senza il grave peccato di avermi fatto morire di dolore: io che potrei essere Vostra madre.

Dio perdonerà tanti Vostri peccati per questo Vostro atto di onestà perché Egli è misericordioso con chi asciuga le lagrime di una madre.

Adriana Contrada


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