Salvatore Cancemi
La sua storia di pentito iniziò all'alba del 22 luglio 1993
quando si presentò in una caserma dei carabinieri, dicendo chi era e
facendosi ammanettare. Con quel gestò si salvò la vita.
Raccontò infatti ai carabinieri che Bernardo Provenzano voleva ucciderlo
perché aveva manifestato, durante una riunione della commisione, il
suo dissenso al rapimento del capitano Ultimo ( l'ufficiale dei carabinieri che
arrestò Riina). Era la prima volta che un componente della commisione di
Cosa nostra decideva di pentirsi. Dopo alcune ditubanze, Cancemi ha svelato i retroscena dell'attentato al giudice Falcone. Il pentito ha inoltre fatto rivelazioni sui rapporti mafia-politica.
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