Il caso Contrada (Capitolo 6 /Pagina 2)
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La requisitoria

E' iniziata all'udienza del 23 novembre 1995.

L'accusa si propone di dimostrare che Bruno Contrada ha favorito, a partire dal 1976, l'associazione mafiosa Cosa attraverso alcune "condotte tipiche": passaggio di notizie riservate, interessamento per la concessione di patenti e passaporti agli uomini d'onore, rallentamento delle indagini su taluni omicidi e depistaggi.

Prima di entrare nel merito delle accuse, il pm Ingroia ricorda le numerose indagini che ipotizzano la collusione fra la mafia e uomini dello Stato: "Cosa nostra non sarebbe diventata quello che è se non avesse goduto di complicità eccellenti. Il caso Contrada va inserito in un ben preciso sistema di relazioni fra l'organizzazione mafiosa e settori deviati delle istituzioni".

Alcune considerazioni Ingroia li dedica al "clima" in cui è stato celebrato il processo: "Non è nostra intenzione far polemica. Ma dobbiamo dire che la disinformazione su ciò che avveniva in quest'aula, operata da alcuni organi di stampa, ha creato un clima tale da favorire reticenze e ritrattazioni da parte di alcuni testimoni. Un esempio? Un titolo apparso il 5 ottobre dell'anno scorso su un quotidiano, in cui veniva attribuita al presidente Ingargiola una frase mai detta: `E' un processo sul niente'.

Ingroia precisa che gli autori della campagna sono da ricercarsi "in soggetti estranei al processo". E riferisce un altro esempio di cui è rimasta traccia nel fascicolo del dibattimento: uomini del Sisde avrebbero tentato di influenzare alcuni organi di stampa.

"In una telefonata che è stata intercettata il giorno dopo l'arresto dell'imputato-spiega il pm- possiamo ascoltare il funzionario del Sisde Lorenzo Narracci che rassicura il figlio di Contrada, Guido: `ho parlato con il direttore del Tg2-gli dice-ha modificato il titolo della notizia". Sentito in aula, Narracci, ha chiarito che non si trattava del direttore ma di un caporedattore del Tg.

"Cambia poco, annota il pm: Agli atti del processo ci sono gli interventi di Narracci volti a influenzare alcuni giornalisti di Panorama e dell'Espresso. Ciò dimostra quanto fosse importante per alcuni pezzi delle istituzioni vicini a Contrada ottenere un'informazione pilotata".

I pm denunciano anche una campagna contro i collaboratori di giustizia: "La difesa ha parlato di complotto e di manipolazione dei pentiti ma loro non hanno nulla da guadagnare a rivelare le collusioni eccellenti ma tutto da perdere. Solo dopo che hanno iniziato a toccare certi fili è iniziata la campagna nei loro confronti".


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