Il pm Morvillo alla requisitoria (udienza dell'11 dicembre 1995): "Questo capitolo è costellato dalle falsità dei testi della difesa, tutti funzionari di polizia. Il dottore Incalsa ha riferito una voce che sarebbe girata in questura, che Gentile aveva scritto una relazione falsa perché era stato costretto dal capo della Mobile Impallomeni: ma nessun altro teste ha saputo dirci qualcosa al proposito. Il dottore Peritore ha invece riferito di una presunta confidenza di Gentile che gli avrebbe detto di essere stato infastidito dallo sviluppo che aveva avuto la sua relazione: ma quale sviluppo? Quella relazione non ebbe alcun esito". Il capolavoro è la testimonianza dell'ex sovrintendente Corrado Catalano che ha raccontato la presunta confessione di Gentile: 'Mi disse che Impallomeni lo aveva costretto a fare la relazione'. Che menta anche lui lo abbiamo visto al confronto a cui è stato sottoposto in aula con Gentile, quando si è contraddetto più volte".
Morvillo, all'udienza del 12 dicembre: "Tre testi della difesa, Salvatore Belcamino, Biagio Naso e Vittorio Vasquez hanno dichiarato in aula di avere assistito al colloquio fra Contrada e Gentile in cui il primo avrebbe 'consigliato maggiore prudenza' al secondo. E' davvero strano che abbiano un esatto ricordo di quella conversazione, a quel tempo, quindici anni fa, insignificante, e per di piť ascoltata a distanza nell'atrio della Mobile. Strano che siano cos“ certi delle parole pronunciate; parole, hanno detto, sicuramente non di minaccia da parte di Contrada".
Secondo l'accusa l'opera di "insabbiamento" del caso Gentile sarebbe iniziata poco tempo dopo la denuncia del funzionario.
"Nel giugno dell'81-spiega Morvillo- Vasquez scrisse una lettera all' ispettore Zecca (inviato dal Ministero a Palermo per un'indagine sulla questura) cercando di supportare un'analoga lettera di Contrada che tentava di ridurre la denuncia di Gentile a una vicenda di screzi fra funzionari. Fece ancora altro Vasquez per spostare l'attenzione da Contrada: scrisse a Zecca che le lamentele del boss Inzerillo, riferitegli tramite l'avvocato Fileccia, riguardavano anche lui. Non era vero. Riuscì però nel suo intento e la denuncia non ebbe alcun seguito".
Illustrando la sua deposizione, il pm definisce Vasquez, oggi questore di Messina, "uno dei testi meno attendibili di questo processo". "Ha cercato di sostenere le tesi di Contrada -continua Morvillo-anche quando ha tentato di screditare il questore Immordino. Ma non c'è riuscito: è caduto lui stesso nel ridicolo dicendo in aula di non conscere i criteri attraverso i quali un questore può nominare un capo della Mobile".
Di un altro episodio "equivoco" sarebbe protagonista il questore: "Un funzionario di polizia, il dottore Borgese lo ha indicato come il maggiore sospettato della fuga di notizie sul blitz del maggio '80.-ricorda Morvillo-Qualcuno aveva voluto far sapere all'esterno che quell'operazione era stata fatta senza l'avallo dei vertici della questura. Anche in quel caso Vasquez spalleggiò Contrada".
Il capitolo delle deposizioni quanto meno singolari, è arricchito dalle dichiarazioni di due sottufficiali, Naso e Belcamino "al limite del ridicolo", dice il pm: "Per screditare Gentile hanno fornito un'immagine della polizia 'macchiettistica': lo hanno accusato di essere violento solo perchè impugnava la pistola quando faceva la perquisioni Ci hanno spiegato che loro invece chiedevano se c'erano donne svestite prima di fare irruzione in casa di un latitante".
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