Il caso Contrada (Capitolo 9 /Pagina 7)
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A proposito della prigionia, in una lettera scrive: <<Carcerari idest torqueri>>. La carcerazione significa tortura.

<<Ho sentito questa tortura terribile, perché la carcerazione preventiva determina una sofferenza di molto maggiore rispetto alla sofferenza in espiazione di pena. Ma la sofferenza non è solo la privazione della libertà. Certo, c'è il fatto che se chiuso e non puoi decidere della tua vita, se fare una passeggiata o andare in ristorante. Ma in più c'è l'angoscia. L'ansia, l'incertezza per quanto tempo starai ancora dentro. Non sai quando uscirai. È la carcerazione morale, ti senti prigioniero dentro, prescindi dal tuo corpo. Di colpo, da un minuto all'altro. Poi se a tutto questo si aggiunge quello che era stato il mio mestiere, la mia attività tutto diventa più pesante. In un minuto perdi il prestigio, non hai più dignità, carica, ufficio, disponibilità economica. Per avere il diritto di portare la fede devi chiedere un permesso speciale. Devi chiedere un'autorizzazione, specificando che si tratta di un oggetto al quale sei legato affettivamente>>.

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