Il caso Contrada (Capitolo 8 /Pagina 13)
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La fuga dell'industriale Tognoli

ACCUSA
Nell'estate del 1984 l'imprenditore e riciclatore di narcolire Oliviero Tognoli, coinvolto nell'inchiesta 'Pizza connection' riuscì ad evitare l'arresto grazie ad una telefonata di Contrada.
Lo stesso Oliviero Tognoli confessò il fatto al giudice Giovanni Falcone in un interrogatorio in Svizzera, cinque anni dopo. Ma poi ritrattò dicendo che era stato un altro funzionario di polizia suo amico, Cosimo Di Paola, ad avvertirlo dell'imminente arresto. Di Paola, interrogato all'udienza del 25 ottobre 1994, ha negato questa circostanza.

-Erano presenti al colloquio fra Tognoli e Falcone i giudici Carla Del Ponte e Giuseppe Ayala che testimoniando al processo, hanno confermato l'ammissione dell'imprenditore.
-Conferme sono venute anche dal colonnello Mario Mori, dal magistrato Francesco Di Maggio e dal prefetto Domenico Sica a cui Falcone raccontò l'episodio Tognoli.

DIFESA
-Contrada: "Non ricordo di aver mai incontrato Tognoli. Sulla mia agenda è segnato un appuntamento alla Iso (Industria siciliana ossigeno), di proprietà dei Prestigiacorno, imprenditori attraverso i quali, sostiene Tognoli, mi avrebbe incontrato. Non ricordo di essere mai andato alla Iso né di aver mai conosciuto i Prestigiacorno. Forse una volta mi recai alla Iso, perché la Squadra Mobile da me diretta aveva incaricato i titolari dell'industria di conservare delle sostanze sequestrate in una raffineria di droga perché erano necessari dei contenitori particolari di cui solo loro erano in possesso a Palermo".

-Un articolo del Giornale di Sicilia dell'11 aprile 1984 (il giorno prima in cui doveva scattare l'arresto di Tognoli), riporta la notizia degli arresti di alcuni esponenti del clan Greco collegati al finanziere. Questo stesso fatto può aver spinto Tognoli alla fuga.

-Gli avvocati di Contrada ritengono che sia lo stesso Tognoli a scagionare Contrada quando, nel secondo interrogatorio, rivela il nome di chi lo ha realmente aiutato.

-Il vicequestore Tonino De Luca, all'epoca dirigente della Criminalpol, all'udienza del 28 ottobre 1994: "Solo io e D'Antone, allora capo della Squadra Mobile, eravamo informati dell'operazione Tognoli. Contrada, invece no".

-Contrada: "Nell'estate dell'89 il settimanale L'Espresso pubblicò un articolo calunnioso nei miei riguardi a firma di Roberto Chiodi. Il giornalista sosteneva che ero io la 'talpa' del caso Tognoli. Dimostrai che l'accusa era falsa e l'Espresso fece una lettera di ritrattazione. Falcone stesso mi disse che erano tutte calunnie.

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