Il pentito Gioacchino Pennino all'udienza del 19 giugno 1995: "Purpi era
mio cliente nel gabinetto di analisi ed eravamo soliti andarci a prendere
qualcosa ad un bar vicino al mio studio. In una di queste occasioni, mentre
passeggiavamo, vidi a bordo di una macchina che passava Stefano Bontade.
Io feci finta di non riconoscerlo ma lui dalla macchina ci salutò
con grande calore. Io non risposi, cosa che invece fece Purpi, che lo
salutò con altrettanto calore. Io negai al Purpi di conoscere
Bontade ma lui mi rispose che era un suo grande amico e che era un grande
uomo d'onore. L'episodio è avvenuto nella metà degli anni
'70".
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