Gaspare Mutolo riapre il caso Contrada

Interrogatorio di Gaspare Mutolo del 3 settembre 1992: "Intorno al 1975 gli esponenti più autorevoli della commissione di allora (Badalamenti, Riina, Bontade) avevano deciso di assogettare , ovvero di far trasferire o di uccidere, i rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura che apparivano più impegnati nelle indagini riguardanti la mafia. In quest'ottica, però Bontade e Badalamenti erano propensi ad una strategia più moderata, consistente nel cercare tutte le vie possibili per assoggettare alle proprie volontà i rappresentanti delle istituzioni, senza ricorerre ad azioni violente...Ricordo che Badalamenti soleva ripetere che "noi non potevamo fare la guerra allo Stato". Fin da allora, invece, l'ottica di Riina era diversa poichè egli stesso e gli uomini d'onore a lui più vicini non avevano remore a ricorrere alle maniere forti e, occorrrendo, all'omicidio delle persone scomode. La linea moderata di Bontade e Badalamenti era condivisa da Antonino Mineo, da Riccobono e dai cugini Nino e Ignazio Salvo. Gli opportuni contatti con i rappresentanti delle istituzioni da assoggettare venero presi soprattutto da Bontade e da Badalamenti. Bontade utilizzò principalmente come tramite il conte Arturo Cassina mentre Badalamenti si serviva dell'onorevole Giovanni Gioia. La nostra attenzione si concentrò su tre poliziotti: Boris Giuliano, Bruno Contrada e Antonio De Luca.

Fu deciso di controllare le abitazioni, i movimenti, le abitudini degli obiettivi; io e Totino Micalizzi , in quanto appartenenti al mandamento di Partanna Mondello, fummo incaricati di controllare il dottor Giuliano. Delle abitudini del dottor Contrada, invece, si interessavano Angelo Graziano e Giuseppe Galatolo e, una volta, controllai anch'io i suoi movimenti. Graziano fu il primo a fornire un'informazione precisa su un'abitudine del dottor Contrada, il quale si incontrava con una donna in un appartamento di via Guido Jung...Precisò che era stato lui stesso a mettere a disposizione del dottor Contrada questo alloggio, che si trovava all'ultimo piano di un grande edificio, subito a sinistra nella via Jung (...)

Nel Natale del 1981, eravamo riuniti in una casa di Partanna Mondello per fare i conti della famiglia per l'anno che si stava per chiudere. Tra le spese Riccobono incluse un' uscita di 15 milioni che era servita per comprare un'Alfa Romeo ad un' amica di Contrada".


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