Il caso Contrada (Capitolo 9 /Pagina 11)
Pensava alla famiglia, ai figli?
<<Pensavo alla sofferenza dei miei figli, di mia moglie. Ma il processo e
le tue vicende giudiziare assorbono tutto>>.
Com'è stata la fine della prigionia? Appena libero, ha detto:
<<Voglio vedere il mare>>
<<È vero, l'ho detto. Il mare rappresentava in quel momento il
senso di libertà. Però non pensavo alla spiaggia, non pensavo ai
tuffi o a una nuotata. Avevo in mente soltanto la libertà, la fine delle
angosce, il senso di annegamento. Trentun mesi sono stati tantissimi. Quando
sono tornato a casa, avevo difficoltà anche per mangiare. Le posate, i
piatti sembravano pesantissimi. Mangiavo coi coltelli e forchette di plastica,
per tanto tempo. Mi chiedevo: <<Possibile che abbia perso la
forza?>> Oppure, abituato a bere dal bicchiere di plastica, ricordo la
paura di accostare il bicchiere di vetro pensando di tagliarmi>>.
Poi, il ritorno tra la gente:
<<Ho avuto soltanto solidarietà. Da parte di chi a Palermo mi
conosceva e anche da parte di chi non mi conosceva ma mi ha fermato e continua
a fermarmi per la strada. Anche al semaforo, dalle macchine incolonnate, vedo
facce che mi sorridono, gente che si sbraccia per salutarmi. Tanti,
tantissimi>>.
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