Il caso Contrada (Capitolo 9 /Pagina 10)
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E nel carcere di Palermo?

<<Lì non avevo questo tipo di distrazioni e dovevo trovarmele. Ed era molto difficile. Vivevo con l'ossessione del processo ma tentavo di evitare che diventasse una monomania. Mi prefiggevo di guardare un programma televisivo che non fosse il solito telegiornale, magari anche un film di quarant'anni fa. Cercavo di impormi questo ma era molto difficile. Io sono stato un gran lettore di libri, pensavo di colmare così la solitudine. Se avessi avuto serenità avrei letto trecento volumi, uno ogni tre giorni. Invece ne avrò letto una trentina. Perché prendevo un libro che mi interessava ma dopo aver letto mezza pagina la mia mente andava inevitabilmente alle udienze, a cercare nella mente quali documenti potevo suggerire all'avvocato. E allora mi alzavo dal letto, mollavo tutto e mi mettevo al tavolino a scrivere gli appunti per l'avvocato. Dovevo farlo subito, per scongiurare la paura di dimenticarmelo. Insomma, ho vissuto con questa ossessione>>.

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