Il caso Contrada (Capitolo 9 /Pagina 8)
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È inumano il trattamento penitenziario?

<<È sbagliata l'equiparazione tra chi è in attesa di giudizio e chi sta espiando una pena. Io, poi, ne ho sofferto molto, perché mi preparavo a un altro trauma, alla pensione. In carcere ho riflettuto. Se fossi stato più giovane, una volta dichiarato innocente e riabilitato non sarei più stato capace di fare il poliziotto. Non sarei più stato in grado di scoprire un reato e a mandare in carcere una persona. Sarei stato sempre assillato dal dubbio di sbagliare mandando in carcere un innocente. È vero che mi sono sempre posto questo problema, ma senza sentirlo così bruciante sulla pelle. Sempre col grosso alibi che hanno tutti i poliziotti, che cioè il loro operato sarà sempre vagliato dal magistrato, da qualcuno che ha maggiore serenità. Mi sono sempre posto il dubbio dell'innocenza, ricordo che la sera mi ritiravo a casa lasciando in cella di sicurezza qualche fermato e non vedevo l'ora che arrivasse la mattina per riprendere in mano le carte ed essere sicuro di non commettere errori. Credo che qualsiasi poliziotto che svolga l'attività con un minimo di coscienza si ponga questi dubbi. Altrimenti ci si abbassa al livello della sbirraglia>>.

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