Il caso Contrada (Capitolo 8 /Pagina 34)

La denuncia del commissario Gentile
ACCUSA
All'udienza del 20 maggio 1994, il commissario
di polizia Renato Gentile ha accusato Contrada di averlo minacciato dopo una
perquisizione in casa di un mafioso. Di questo episodio Gentile fece una
relazione di servizio a Impallomeni, l'allora dirigente della Squadra Mobile.
Secondo i pm su questo episodio molti testi della difesa avrebbero mentito per tentare di screditare il commissario Gentile.
DIFESA
Contrada all'udienza del 5 novembre 1994: "Ammetto di aver suggerito a Gentile
di non usare la mano pesante con la moglie e i figli di Totuccio Inzerillo. Ero
nell'androne della Mobile, vidi Gentile, mi ricordai che giorni prima Vasquez
mi aveva parlato delle lamentele dell'avvocato Fileccia per i metodi rudi di
Gentile e gli chiesi se quelle accuse fossero fondate. Lui disse di no e io gli
spiegai chi fosse Inzerillo insistendo sulla sua pericolosità e i suoi
collegamenti con la mafia americana. Credevo che la questione fosse chiusa.
Invece il giorno dopo il questore Impallomeni venne nel mio ufficio e mi
rimproverò. Si era sentito scavalcato, avevo toccato uno dei suoi. Non
aprii bocca".
-L'agente Biagio Naso, all'udienza del 13 gennaio 1995: "Partecipai insieme a
Gentile all'irruzione nella casa di Inzerillo. Vidi Gentile che spinse sia la
moglie che il figlio di Inzerilo. Successivamente sentii nell'atrio della
Mobile, Contrada suggerire a Gentile di evitare di fare sceneggiate gratuite
nei confronti dei familiari dei mafiosi".
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