Il caso Contrada (Capitolo 8 /Pagina 21)

Contrada e il questore Immordino
ACCUSA
-Il pm Morvillo alla requisitoria (udienza del 13 dicembre 1995):
"Nonostante i molteplici solleciti dell'allora questore Vincenzo Immordino
di fargli avere al più presto un rapporto investigativo sul gruppo
Spatola-Gambino-Inzerillo, Contrada si tirò indietro. L'unica
spiegazione di questo comportamento non può che trovarsi nella sua
situazione di totale asservimento alle cosche. Non c'era nessun pregiudizio da parte di Immordino,
come sostiene la difesa: quando il questore arrivò a Palermo
qualcuno forse gli disse dello choc che Contrada, allora capo della
Criminalpol, aveva subìto dopo l'omicidio Giuliano e volle dargli
una possibilità. Solo in un secondo momento, quando il rapporto non
arrivava, Immordino cominciò a sospettare del poliziotto,
incaricò delle indagini una squadra di funzionari di sua fiducia e
quando scattò il blitz, nel maggio dell'80, tenne Contrada
all'oscuro di tutto".
-Contrada sarebbe l'ispiratore di una telefonata anonima giunta in quei mesi in
questura.
-All'udienza del 29 ottobre 1994 ha deposto il prefetto Guido Zecca, che nel
1980 fu mandato dal Ministero dell'Interno per un'ispezione alla questura di
Palermo: "Parlando a lungo con molti dirigenti, questi mi riferirono che
Contrada era un ottimo funzionario; tuttavia, gli veniva contestata una
certa inerzia dopo l'omicidio Giuliano. Il questore Immordino e alcuni
magistrati lamentavano un calo nella sua attività".
-Immordino scrisse all'allora capo della Polizia Giovanni Coronas chiedendo
il trasferimento di Contrada. Ma nessun
provvedimento fu "stranamente-dicono i pm-adotatto".
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